Banco Ambrosiano

Banco Ambrosiano
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariasocietà per azioni
Fondazione1896 a Milano
Fondata daGiuseppe Tovini
Chiusura1982 (fallimento)
Sede principaleMilano
GruppoIstituto per le Opere di Religione
Persone chiaveRoberto Calvi - Presidente ed Amministratore Delegato
SettoreBancario

Il Banco Ambrosiano è stata una delle principali banche private cattoliche italiane.

Fondato nel 1896, fallì nel 1982 a seguito di uno dei più gravi dissesti bancari italiani nel XX secolo, stimato in 1,2-1,3 miliardi di dollari,[1] sotto la presidenza di Roberto Calvi, soprannominato Il banchiere di Dio.

Il Banco Ambrosiano aveva sede a Milano, in via Clerici 2.

  1. ^ (EN) Lawrence M. Sallinger, Encyclopedia of White-Collar & Corporate Crime volume I pagine 72-73, Editore Sage, 2004.
    (EN)

    «The Vatican, wich owned a large number of shares in Ambrosiano, took the unprecedent step of issuing letters reassuring creditors that the Vatican would assume the bank’s liabilities. However, the letters did not halt the official investigation of Ambrosiano’s affairs. In June 1982, the Italian Treasury dissolved the bank’s administration and made the Bank of Italy a temporary commissioner when the investigation discovered a $1.3 billion “hole” in Ambrosiano’s accounts. Further investigation revealed that Calvi had worked closely with Archbishop Paul Casimir Marcinkus, head of the Institute of Religious Work, known by its Italian initial IOR, to channel Vatican funds into a network of secret offshore accounts, creating a Bahamian subsiadiry of Banco Ambrosiano and a serie of Vatican-owned shell companies in Nicaragua, Panama, and Peru»

    (IT)

    «Il Vaticano, che possedeva un gran numero di azioni nell’Ambrosiano, decise con un’iniziativa senza precedenti, di inviare delle lettere ai creditori per assicurarli che il Vaticano avrebbe assunto il passivo della banca.

    Nonostante le lettere, le indagini ufficiali sugli affari dell’Ambrosiano continuarono e, nel giugno del 1982, quando venne scoperto un “buco” di 1,3 miliardi di dollari nei conti dell’Ambrosiano, il Ministero del Tesoro italiano sciolse l’amministrazione della banca e la affidò alla Banca di Italia, come commissario provvisorio. Ulteriori indagini rivelarono che Calvi aveva collaborato a stretto contatto con l’arcivescovo Paul Casimir Marcinkus, direttore dell’Istituto per le Opere di Religione (conosciuto con l’acronimo italiano IOR), per incanalare i fondi del Vaticano in una rete di conti segreti off-shore, nonché creare una finanziaria del Banco Ambrosiano nelle Bahamas e una serie di società fittizie, sempre di proprietà del Vaticano, in Nicaragua, Panama e Perù»


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